Dicembre 4, 2023

Ti sei mai vergognata del tuo corpo? Hai mai usato questa sensazione di vergogna come uno strumento per creare un legame con altre donne e conversare con loro?

“Sembro una balena con questi jeans!” “Anche io! Oggi sono particolarmente grassa.” Se questa conversazione ti è familiare, leggere questo articolo sul Fat Talk ti sarà utile.

“Il corpo non è una mera macchina (funzionante o non funzionante), ma un elemento ricco di vissuti, caratterizzato da storie e narrazioni complesse, capace di intessere relazioni con l’ambiente esterno, di veicolare e rispondere a messaggi a diversi livelli.

Il modo in cui parli del tuo corpo, nel dialogo con te e nel dialogo con gli altri, può avere effetti positivi oppure negativi a seconda di quello che dici.

Le parole che scegli sono fondamentali per creare il tuo benessere o, come a volte accade, per mantenere una situazione di forte malessere e disagio.

Immagina di rivolgerti a un bambino e dirgli ogni giorno, per un anno, che è troppo basso.

Il bambino porterà tutta la sua attenzione sulla caratteristica “bassezza”, confronterà la sua misura con quella degli altri, si sentirà a disagio in un gruppo perché convinto di non essere abbastanza alto.

Probabilmente lui stesso comincerà a dire, quasi scusandosi: “Sono troppo basso, lo so…”.

Immagina ora di rivolgere frasi denigratorie al tuo corpo, e di farlo all’interno di un gruppo di persone (amici, familiari…) che supporta, convalida e alimenta le parole che dici.

A: Sto ingrassando troppo, devo assolutamente andare in palestra… B: Cosa dovrei dire io che sono più grassa di te? A: Tu almeno hai la pancia piatta. B: Ma ho le cosce enormi, non potrò mai mettermi quel vestito con questo fisico… A: *annuisce in silenzio*

La frequenza di questo tipo di conversazioni è incredibile.

Sono piccoli scambi comunicativi a cui bisogna prestare grande attenzione perché sembrano innocui, ma producono ogni giorni effetti pericolosi.

IL FAT-TALK

Facciamo un passo indietro alla prima volta che vennero studiate questo tipo di conversazioni e i loro effetti.

Nel 1994, i due studiosi Niechter e Vuckovic identificarono questo fenomeno e lo chiamarono Fat Talk, letteralmente “parlare di grasso”.

Niechter e Vuckovic condussero uno studio etnografico che si concentrava sulle ragazze delle scuole medie e delle scuole superiori e individuarono tutte le conversazioni in cui era presente il fenomeno del Fat Talk, che possiamo definire una forma di auto-denigrazione in quanto chi la pratica in genere critica il proprio peso corporeo, la propria alimentazione o la propria forma fisica.

Esempi comuni di Fat Talk includono affermazioni come “sono così grassa” o “le mie cosce sembrano enormi con questi jeans” (Nichter, 2000).

Nichter ha ipotizzato che il Fat Talk possa essere visto come una richiesta di affermazione e di rassicurazione sul fatto di non essere grassi e come una richiesta di sostegno sociale da parte dei coetanei.

Dunque, commenti autocritici sul proprio corpo e sul proprio peso, potrebbero servire a placare la colpa e la vergogna verso il proprio corpo. L’idea di fondo è che non avere un corpo perfettamente conforme ai canoni, debba essere qualcosa da riconoscere pubblicamente in modo da anticipare eventuali critiche da parte degli altri. (Ousley, Cordero e White, 2008).

L’analisi della frequenza del Fat Talk, che possiamo chiamare “conversazioni sul grasso”, ci fa capire quanto sia lecito, tollerato e talvolta quasi richiesto che le persone (in particolare le giovani donne) denigrino il proprio corpo e lo mettano sotto la lente di ingrandimento per poi condividere pubblicamente il proprio “giusto” disgusto.

Le critiche che le persone si rivolgono sottendono un implicito, ovvero che il parametro da raggiungere per essere validate socialmente sia una maggior magrezza, cosa piuttosto scontata in una società che esalta i corpi sottili e che è impregnata di grassofobia.

LE CONSEGUENZE

Uno studio condotto dalla dottoressa Mills, docente di psicologia, ha rilevato una stretta correlazione tra il Fat Talk e la diminuzione della soddisfazione verso il proprio corpo. Lo studio, condotto dalla Deakin University, ha esaminato le esperienze di 135 donne di età compresa tra 18 e 40 anni per un periodo di sette settimane. Il 71% delle partecipanti ha riferito di aver fatto commenti negativi sul proprio corpo o aspetto, il 70% di aver fatto commenti negativi sul corpo o sull’aspetto di un’altra persona e il 49% ha riferito di aver sentito qualcun altro fare Fat Talk.

“I commenti sull’aspetto, le dimensioni, la forma e il peso del corpo, che possono sembrare relativamente innocui o addirittura positivi perché alleviano momentaneamente lo stress, sono in realtà molto pericolosi.”

Lo studio ha evidenziato la presenza di un legame preciso tra usare il Fat Talk e la diminuzione della soddisfazione corporea.

Ulteriori ricerche dimostrano come molte persone credono che il Fat Talk sia qualcosa di assolutamente normale fare, tanto da utilizzarlo in maniera poco consapevole. Il Fat Talk non è solo accettato ma è anche previsto dalla nostra società: è una norma sociale per le donne parlare in questo modo del proprio corpo e a sembrare “strana” è chi non lo fa.

ESEMPI QUOTIDIANI

Julia V. Taylor nel suo libro “Body Image Workbook for Teens” afferma che:

Impegnarsi nel FatTalk rafforza il ridicolo standard sociale secondo cui devi essere insoddisfatta del tuo corpo. Le conversazioni di questo tipo fanno sì che le donne e le ragazze vivano in guerra con i loro corpi.

Esempi di Fat Talk:

Taylor riporta poi una tipica “conversazione sul grasso” tra due amiche a cena:

Anna: “Ho mangiato troppo. Non avrei dovuto ordinare il dolce.” Lisa: “Oddio, pensa a quanto ho mangiato io! Molto più di te e il mio dolce è il doppio del tuo!”

Per la cronaca, entrambe le ragazze probabilmente mangeranno i loro dolci, ma questa particolare conversazione è servita a entrambe a darsi e ricevere un’implicita autorizzazione, solo dopo aver ammesso la propria paura di ingrassare e aver esternato il proprio vissuto di colpa e di vergogna riguardo al proprio corpo.

INTERESSI ECONOMICI

Nel suo libro “Fat-Talk Nation”, Susan Greenhalgh indaga un aspetto legato al Fat Talk nella società americana, ovvero come il Fat Talk e la grassofobia portino le persone a mettere in atto comportamenti di consumo che vanno a braccetto con gli interessi economici di molte grandi aziende.

La Greenhalgh dice che:

“Gli interessi delle aziende sono stati una forza importante dietro l’escalation del Fat Talk. Il dimagrimento è diventato un settore enorme dell’economia poiché le industrie farmaceutiche, biotecnologiche, del fitness, alimentari e della ristorazione hanno capito come usare la retorica medica (“fa bene alla salute”) per sfruttare la paura delle persone verso il grasso e generare così circa 60 miliardi di dollari all’anno di profitti. In un mondo saturo di immagini, le pubblicità delle aziende, con le loro figure snelle ed esili, sono state forze potenti dietro la crescente fissazione per il grasso. Basandosi su una cultura della magrezza già profondamente radicata, la nuova preoccupazione per la perdita di peso è diventata centrale nella nostra cultura.”

Le insicurezze legate all’immagine, il controllo del corpo e la paura verso il grasso fanno la fortuna di migliaia di aziende.

Il Fat Talk, dunque, è un fenomeno con innumerevoli ed evidenti risvolti problematici. Diventare consapevoli di queste frequenti conversazioni incentrate sull’auto-denigrare il proprio corpo perché troppo grasso, grosso, flaccido è una prima possibilità per cominciare a percorrere altre strade.

Ogni volta che denigri il tuo aspetto stai facendo un favore a tutte quelle aziende che lucrano sulle tue insicurezze, stai diminuendo la soddisfazione verso la tua immagine corporea, stai concedendo potere a una società che ti chiede di umiliare la tua forma solo perché non rientra in quella irrealistica richiesta come unico standard.

Se invece di impegnarti nel Fat Talk ti impegnassi a trasformare le parole che usi in parole di cura, accoglienza e rispetto verso il tuo corpo, quali vantaggi otterresti?

 

Riferimenti bibliografici:

Greenhalgh S., “Fat-Talk Nation”

Mills J. “Why Fat Talk can lead to poor body image”

Taylor J. V., “Body Image Workbook for Teens”

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