Dicembre 4, 2023
In questi giorni moltissimi bambini aspettano emozionati la notte di Natale per poter scartare i tanto attesi doni.
Li guardano, finemente incartati e disposti sotto l’albero, e cominciano a gustare il piacevole sapore dell’attesa che anticipa la sorpresa.
Mentre costruiscono questi momenti, che un giorno diventeranno ricordi malinconici dell’ingenuità fanciullesca, attraverso i regali che ricevono costruiscono anche la loro identità.
I regali fatti ai bambini sono un rituale a cui serve prestare grande attenzione.
La scelta di un regalo piuttosto che un altro è fondamentale, dato che, si suppone, il bambino entrerà in interazione con quel dono per un lungo periodo di tempo.
Ecco perché è fondamentale non alimentare stereotipi regalando giocattoli convenzionalmente e rigidamente associati al genere.
Pensieri come “è un bambino sicuramente non apprezzerà una bambola” o “è una bambina non le posso regalare una macchina”, alimentano la convinzione in bambine e bambini di essere rigidamente collegati a un determinato genere e rimanda loro il messaggio che il loro ruolo nel mondo è quello, e neppure giocando possono spingersi a sperimentarsi un po’ più in là.
Già da piccoli bambine e bambini iniziano a interiorizzare la aspettative di genere, legate al sesso biologico con cui nascono.
Ad esempio, da una bambina ci si aspetta che giocherà con le bambole, sarà dolce e vestirà di rosa, da un bambino che giocherà con le macchine, sarà forte e vestirà di azzurro.
Tali rigide aspettative diventano dannosi stereotipi che vengono quotidianamente rinforzati dalla società e alimentati dalla famiglia, dalla scuola, dai media…
Lo stereotipo, per definizione, è una forma imprecisa di conoscenza perché non coglie né le differenze all’interno del gruppo né l’evoluzione a cui il gruppo stesso è inevitabilmente soggetto. Per il modo in cui viene costruito, finisce pertanto con il cristallizzare l’immagine di una realtà che è invece in movimento.
Gli stereotipi di genere hanno ripercussioni importanti, generano infatti profezie che, alimentate dal contesto sociale e dalla convinzione del soggetto stereotipato, si autoavverano. Per citare solo una conseguenza degli stereotipi di genere: alle donne vengono attribuite minori capacità matematiche e per questo motivo non risultano idonee a svolgere determinate professioni, tra cui quelle scientifiche (Rose 1981).
Bambini e bambine entrano così precocemente a contatto con gli stereotipi di genere che ben presto si adeguano e, inevitabilmente, si conformano ad essi. In questo modo limitano la loro crescita e l’espressione di tutte le loro potenzialità.
Infatti, agli stereotipi sono sempre legati atteggiamenti e comportamenti svantaggiosi sia per gli altri sia per se stessi. (Mara Martini, 2009)
Uno studio (Gender, age and brand in Children’s Christmas request: A Content Analysis of Chilean Children’s Letters to Santa) ha analizzato una serie di lettere indirizzate a Babbo Natale da parte di bambine e bambini con meno di 11 anni.
Gli autori hanno esaminato come la variabile “genere” maschile o femminile fosse associata al tipo di dono che i bambini chiedevano.
In tutti i gruppi esaminati gli autori hanno notato che i maschi e le femmine tendevano a chiedere regali diversi: le femmine desideravano giocattoli come bambole (e i loro accessori), articoli per la casa, materiali di cartoleria o set da cucina mentre i ragazzi prediligevano veicoli, accessori sportivi, auto da corsa o action figure. Tale dato è stato interpretato come indice di una socializzazione femminile orientata verso la sfera privata, individuale e domestica rispetto a quella maschile, più orientata verso lo spazio pubblico.
I regali di Natale possono rappresentare una buona occasione per uscire da queste logiche e svincolarsi dagli stereotipi di genere*.
*che ricordiamo essere idee preconcette e modelli di condotta socialmente costruiti sul genere femminile e su quello maschile che definiscono come debbano sentirsi, agire, vestirsi, pensare e rapportarsi fra loro uomini e donne.
Qualche spunto utile per “rompere con gli stereotipi”:
- non obbligare bambine e bambini a giocare con giochi che non amano ma impegnati a nutrire la loro curiosità con una vasta gamma di attività e di oggetti, senza distinzione tra giochi “femminili” e “maschili” ;
- evita le rigidità descrittive del tipo: “Tu sei un bambino e ami giocare con le auto, quindi non ami le bambole” e prediligi una comunicazione inclusiva: “È vero che ami giocare con auto e camion, ma ami anche il colore rosa, il passeggino e i fiocchi tra i capelli. E sì, anche le case delle bambole.” In questo modo trasmetti il messaggio: “Hai varie opzioni tra cui scegliere, ognuna di essa è valida.”
- evidenzia le abilità che ogni gioco può sviluppare. Ad esempio, impegnarsi in giochi d’azione con macchine, camion o soldatini allena le abilità visuo-spaziali e la programmazione motoria; giocare a prendersi cura di un pupazzo allena la capacità di prendersi cura di qualcuno, l’empatia e l’abilità di mettersi nei panni altrui. Ogni gioco stimola una serie di risorse. Ed è in quest’ottica che si dovrebbero pensare e regalare.
Quando scegli un regalo per una bambina e per un bambino prova a pensare se potresti associarci una di queste tre frasi:
“Ti sto donando una possibilità interattiva nuova, non stereotipata. “
“Ti concedo di essere diverso/a da come la società si aspetta. Sperimentati senza giudizio.”
“Ti offro uno spazio nuovo per esprimere liberamente le tue potenzialità, perché non ho paura di chi puoi diventare.”